Taratura del reattore di calcio

Questa guida illustra la procedura per la corretta installazione e taratura del reattore di calcio, nel dettaglio la procedura è illustrata sui reattori che ho progettato e che attualmente lavorano su molte vasche di amici, tuttavia con piccole eccezioni il procedimento si applica a qualsiasi reattore.

Vediamo di cosa abbiamo bisogno oltre ovviamente al reattore di calcio:

– buffer di calcio, kh ed eventualmente magnesio per portare a regime i valori in vasca prima di attivare il reattore, ricordo ancora una volta che il reattore mantiene i valori ma non fa assolutamente nulla per correggerli, questo spetta all’acquariofilo che si dovrà premurare di avere i valori giusti e soprattutto bilanciati. A tal riguardo riporto una tavola fra le tante reperibili in rete

– bombola di co2 con riduttore di pressione, gruppo regolatore di precisione (valvola a spillo) e valvola di non ritorno di ottima qualità

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– elettrovalvola a basso consumo (2,5 – 3 watt) normalmente chiusa, è facoltativa ma ne consiglio fortemente l’uso poiché, in caso di blackout, blocca l’erogazione di co2 che diversamente può avere esiti disastrosi e pericolosi anche per la nostra salute.

– tubo da 6 mm rilsan nel caso il reattore sia dotato di attacchi rapidi JG, diversamente va bene un normale tubo da aeratore 6/4 mm, non siliconico.

– contabolle solo nel caso di prodotti commerciali che generalmente ne sono sprovvisti, personalmente doto i miei di contabolle integrato che facilita la taratura del reattore di calcio

– Sistema di alimentazione acqua per il reattore di calcio, esistono vari metodi per alimentare il reattore, il più semplice è una piccola pompa dedicata. Personalmente utilizzo una deviazione sulla pompa di risalita che ha il vantaggio di sviluppare una discreta pressione. Nella sezione fai da te è disponibile un articolo sulla realizzazione di una deviazione della risalita, compatibile con la maggior parte delle pompe in commercio. Si può valutare anche l’uso di una pompa dosimetria (peristaltica) con funzionamento in continuo, utile ma secondo me eccessiva.

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– materiale calcareo, personalmente utilizzo esclusivamente corallina jumpo cioè di pezzatura grande che impedisce la sedimentazione con conseguente blocco del reattore, da evitare la sabbia corallina.

– postfiltro caricato a resine antifosfati a base alluminio per eliminare i fosfati rilasciati dalla corallina nelle prime settimane di utilizzo, facoltativo ma altamente consigliato. Nella sezione fai da te è disponibile un articolo dettagliato per la costruzione di un post-filtro a basso costo.


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– gocciolatore o altro sistema per regolare le gocce in uscita

– Acqua salata, ci servirà da rabboccare nell’acquario per compensare quella utilizzata per riempire il reattore.

– Test calcio, Kh e magnesio (facoltativo) personalmente consiglio i Salifert profi-test perché presentano una precisione accettabile, basso costo ed estrema facilità di impiego.
Potete trovarli su amazon qui: Salifert

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I test sono indispensabili per la taratura del reattore di calcio

Eccoci al dunque, siamo pronti ad installare il nostro reattore di calcio:

1. A seconda dei modelli smontiamo o apriamo il coperchio del reattore, riempiamo per ¾ di corallina (precedentemente lavata sotto acqua corrente tiepida) avendo cura di posizionare al fondo i pezzi più grossi che impediranno ogni tipo di sedimentazione.

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2. Richiudiamo il reattore avendo cura di posizionare correttamente la guarnizione di tenuta, se necessario lubrificandola con grasso di vaselina. Colleghiamo i tubi di entrata entrata e uscita acqua nei rispettivi connettori, il tubo di uscita dovrà essere a sua volta collegato al postfiltro e poi al gocciolatore che dovrà essere inizialmente chiuso.

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3. Mettiamo in posizione il reattore, ricordando che può lavorare sia in sump che esternamente, quindi iniziamo a farlo riempire di acqua tramite apposita pompa o deviazione dalla risalita. Se il reattore ne è provvisto apriamo la valvola di sfogo per far defluire l’aria, diversamente questa uscirà spontaneamente dall’ingresso della CO2. Ricordo che in questa fase il tubo della CO2 non deve essere collegato.

4. Quando il reattore sarà pieno, l’acqua inizierà ad uscire dalla valvola di sfogo (se presente) o dal connettore della CO2, a questo punto chiudiamo la valvola di sfogo (se presente) ed inseriamo il tubo della CO2 nella rispettiva sede, questo impedirà che l’acqua continui ad uscire. Fondamentale che sia presente una valvola di non ritorno e che in questa fase la bombola della CO2 sia chiusa, non dobbiamo ancora fornire CO2! Adesso apriamo completamente il gocciolatore, in modo che l’acqua possa defluire da esso.

5. Questo è il momento di attivare la pompa di ricircolo del reattore, inizialmente la pompa girerà a vuoto in quanto i tubi sono pieni d’aria: è sufficiente attendere qualche istante oppure inclinare leggermente il reattore in modo da facilitare l’arrivo dell’acqua verso la pompa. In questa fase la pompa aspirerà le piccole sacche d’aria rimaste nei tubi, è fondamentale lasciare completamente aperto il gocciolatore e in circa 30 minuti tutta l’aria residua verrà eliminata.

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6. Possiamo regolare il gocciolatore ed impostare circa 20 gocce minuto.

7. Quando il gocciolatore è stato regolato, possiamo aprire il flusso di CO2 e alimentare l’elettrovalvola, le bolle di CO2 inizieranno a entrare nel reattore e la pompa provvederà a sminuzzarle: impostiamo la valvola a spillo in modo da fornire circa 10 bolle/minuto.

Adesso inizia la parte più difficile che richiederà circa 2 settimane ma ci permetterà, una volta completata, di scordarci del reattore per diversi mesi a seguire: dovremo tenere i test sotto mano e fare diverse rilevazioni fino al raggiungimento della taratura che ci consentirà di mantenere stabili i valori.

Ricordiamoci sempre che il reattore necessita di circa 10 ore per andare a regime e che le modifiche che apportiamo  devono essere sempre di lieve entità perchè non daranno esito immediato: ad esempio se aumentiamo la quantità di co2 da 10 a 15 bolle/minuto, saranno necessarie da 12 a 24 ore prima di poter rilevare con i test l’aumento del calcio nell’acqua del nostro acquario.

Di seguito trovate schematizzate in maniera semplificata le diverse condizioni che si possono instaurare in seguito all’attivazione del reattore e alcuni consigli per risolvere eventuali problematiche:

– calcio e KH bilanciati ma bassi: (ad esempio Ca380 e KH 5) lasciare la CO2 invariata e aumentare il gocciolamento in uscita, eseguire nuove misurazioni a distanza di circa 12 ore, se si riscontrano ancora bassi livelli intervenire aumentando le bolle di co2 a step di circa 5 bolle/minuto.

– calcio e KH bilanciati ma alti: (ad esempio Ca 450 e KH 12) ridurre in primo luogo il gocciolamento in uscita e ripetere le misurazioni dopo circa 12 ore se la situazione è tornata stabile non apportare altre modifiche; viceversa se i valori sono diminuiti ma risultano ancora alti ridurre la CO2.

– calcio giusto e KH basso: (ad esempio Ca 420 e KH 5) questa situazione è piuttosto comune soprattutto i primi giorni dopo lo start-up del reattore di calcio e quando il reattore di calcio non è ancora a pieno regime, ciò si verifica perché i coralli consumano calcio e kh in rapporto 1:2. Il mio consiglio è di non agire subito sul reattore ma di tamponare l’abbassamento del KH con una soluzione supersatura di bicarbonato di sodio. Se il kh continua a scendere nonostante i reintegri suggerisco di aumentare il flusso di CO2 in entrata lasciando però invariato il flusso di acqua in uscita dal gocciolatore, in questo modo verranno prodotti più carbonati a seguito della dissociazione dell’acido carbonico e si andranno a sommare a quelli derivanti dalla corallina.

– calcio basso e kh giusto: (ad esempio Ca 380 e KH 8) situazione piuttosto rara ma si può presentare in condizioni di alto flusso di acqua attraverso il reattore e alto flusso di CO2, errore spesso commesso dai principianti. In tali condizioni la corallina non ha tempo di sciogliere e quindi il calcio resta basso, tuttavia l’alta concentrazione di CO2 permette il rilascio di quantità consistenti di carbonati, situazione rischiosa che può portare ad un crollo improvviso del pH in vasca.

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Possono verificarsi anche svariate altre combinazioni di valori alti e bassi in relazione alla concentrazione di magnesio. Normalmente questo valore si mantiene stabile utilizzando corallina naturale nel reattore tuttavia qualora si notassero precipitazioni non spiegabili o difficoltà a mantenere stabile la concentrazione di calcio e kh, è opportuno dotarsi di test per il magnesio. Per chi intendesse utilizzare carbonato di calcio sintetico per evitare l’inconveniente del rilascio di fosfati da parte della corallina, dovrà tassativamente ricorrere a un sistema accessorio per il reintegro del magnesio.

Inoltre ricordo che la corallina naturale risulta un’ottima fonte di oligoelementi che sono naturalmente contenuti nello scheletro delle madrepore.

Un discorso a parte merita il phmetro: personalmente sconsiglio l’uso di tale dispositivo poiché induce inevitabilmente delle fluttuazioni nel valore di pH interno al reattore e di conseguenza varia anche il rateo di scioglimento del materiale calcareo. Come esposto sopra, a mio parere è opportuno che il reattore lavori sempre in condizioni di massima stabilità per garantire un apporto costante di calcio e carbonati.